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di cani, padroni e altri animali
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A spasso con Zelda

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  • 1 ott 2024
  • Tempo di lettura: 1 min

Il mondo si divide in due: quelli-che-hanno-il-cane e tutti gli altri.

Chi ha il cane, in genere, ha-il-cane. Nel senso che, a sentirli, parlano solo del loro cane.

Sono circa dieci anni che incontro sempre la stessa tizia all'incrocio sotto casa. A qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi condizione atmosferica se ne va in giro con un akita inu arancione, imperscrutabile e cocciuto. Lo chiamiamo "Cane di Marmo" perché non si muove fino a quando scatta un click nella sua testa.

In dieci anni la padrona non ha mai ricambiato un saluto né c'è mai stato modo di scambiare due parole sul tempo. A dirla tutta non ha mai alzato lo sguardo dal suo cane per posarlo sui suoi simili. Perché lei è una che-ha-il-cane. Voglio dire: potrebbe passarle accanto la cosa più incredibile, un uomo al sesto mese di gravidanza, non alzerebbe lo sguardo perché lei-ha-il-cane. Le siamo passati accanto con bambini in fasce, vestiti da zucche ad Halloween, da renne la sera del 24 dicembre. Lei non ha mai alzato lo sguardo dal suo cane arancione.

Questa mattina ero con Zelda all'incrocio. Cane di Marmo era immobile sull'altro lato. È scattato il verde, gli siamo passati accanto. Padrona di Marmo si è animata.

Ora faccio ufficialmente parte del gruppo di quelli-che-hanno-il-cane.

  • 26 set 2024
  • Tempo di lettura: 1 min

Il nostro appartamento è stato completamente ripulito.

Era successo la prima volta una decina di anni fa con l'arrivo di A. Con il dovuto anticipo, ogni superficie era stata spolverata, lavata e disinfettata, ogni mobile, ogni cassetto aperto, svuotato e pulito con cura, il contenuto, a sua volta, pulito e disinfettato. Le tende, i materassi, i cuscini, i divani, le poltrone, i tappeti, ogni scampolo di stoffa era stato mandato in lavanderia. Le piastrelle passate con il vapore e la fuga tra una piastrella e l'altra accuratamente sfregata con uno spazzolino da denti che veniva cambiato a ogni miglio di superficie ripulita.

Per non parlare della verdura e della spesa che da un lercio magazzino entrava in casa nostra. Ogni foglia di cavolo, ogni confezione veniva disinfettata prima di essere riposta nella dispensa o in frigorifero.

Stesso copione per l'arrivo di A. quattro anni dopo. Questa volta però sono passati per l'inceneritore di microbi anche i vestiti, i giochi, i libri di A. grande.

Con l'arrivo di Zelda, non solo tutto è stato pulito e disinfettato, ma la maggior parte dei mobili e delle suppellettili è stata trasferita in un lercio magazzino. Gli ospiti vengono accolti in un salone vuoto: non ci sono tappeti, le tende sono state eliminate. I libri e le riviste chiusi in scatoloni. Tutto è stato sollevato a una altezza a cui i denti di Zelda ancora non possono arrivare. È rimasto un divano. Sacrificabile. E un recinto per contenere i leoni.

In un comunicato la Anonima Appartamenti ha rivendicato il colpo e ha promesso di rilasciare i mobili, i tappeti e le tende nei prossimi mesi. Dipende dall'atteggiamento di Zelda.

  • 19 set 2024
  • Tempo di lettura: 1 min

Chi è genitore sa di cosa parlo. I bambini degli altri, quelli che incontri la mattina al nido, sono meglio del tuo. Sorridenti, riposati, usciti dall'ultimo numero di Vogue. Quelli che la mamma: “La mia Anita la metto giù alle 19.30 dopo la cena e il bagnetto e mi dorme" - perché usa sempre il riflessivo - "fino al mattino dopo. Che, anzi, la devo svegliare per portarla qui". "Anche Leo!", incalza il padre vestito due taglie più stretto. "Se non lo sveglio, mi va avanti a dormire fino a mezzogiorno". E se ne vanno via ridendo.

Tu resti lì a chiederti che cosa si ridono ma almeno tu non ti droghi.

Tu sei dall'altra parte. Sei il genitore macilento, che non dorme da un numero di anni pari alla somma dell’età dei tuoi figli, con addosso le prime cose raccattate da terra - hai pure uno sbafo di vomito sulla manica.

Chi ha un cucciolo di due mesi lo sa ma non lo ammette: i cuccioli degli altri sono meglio. Come i figli.


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