Giorno di pioggia
- Federico Manicone
- 19 dic 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Quei giorni d'autunno in cui piove che anche Zelda dal suo cuscino ti guarda di sbieco con un solo occhio, giusto per capire se hai davvero intenzione di uscire con lei.
Tu sei lì in piedi che tentenni, tra l'esco e il non esco, preoccupato solo che, se decidi di non portarla fuori ora attendendo un miglioramento meteo, al tuo rientro potresti trovarla che scava sul soffitto o il lampadario ridotto in scaglie di metallo di un centimetro per uno.
Quindi decidi di portarla.
Cerchi le scarpe resistenti, l'impermeabile, i pantaloni antipioggia, la cuffia, i guanti e anche l'ombrello. Sotto sei vestito come un normale giorno di lavoro in redazione. Sopra come se dovessi affrontare Milton, l'uragano.
Nel giro di pochi metri, Zelda si trasforma in un cane con le squame come se stesse nuotando nel Potomac. Quando è ora di rientrare non stai più portando un cane anatra al guinzaglio ma una pozzanghera, un intruglio di acqua, fango, mozziconi, cicche calpestate, tovaglioli di carta marci, scontrini lerci, residui di copertoni.
Nella lobby del palazzo il portiere vorrebbe ucciderti e buttarti nella bocca della caldaia condominiale mentre Zelda lascia una traccia marronenera gocciolando dall'ingresso alle porte dell'ascensore. Per non parlare della chiazza che lascerà nell'ascensore e che lentamente si allargherà sulla tappezzeria che lo riveste.
Avete affrontato indenni l'uragano Milton, ora siete davanti alla porta di casa. Prima di entrare, devi asciugare Zelda con un asciugamano grande da doccia, la frizioni, la strigli, mentre la pioggia accumulata sul tuo impermeabile ricade a gocce su di lei, dando avvio a una specie di ciclo perpetuo dell'acqua. Ripassi con un secondo asciugamano perché non le venga la sindrome della coda rotta. In questi frangenti ti ricordi le parole del tuo veterinario isterico che pretendeva tu comprassi un cappotto per Zelda quattro mesi fa, in piena estate.
Ora puoi toglierti tutto quello che hai addosso. Lo metti ad asciugare, ti cambi ed esci per andare in redazione.
Quei giorni d'autunno in cui piove, quando porti A. a scuola e vai a prendere A. all'uscita da scuola, organizzi gli spostamenti per permettere loro di partecipare alle attività extra del pomeriggio, lo sport, la musica, il teatro, affronti la tua normale giornata di lavoro, pianifichi gli impegni dei giorni successivi, fai la spesa, torni a casa, prepari la cena e a fine giornata siete tutti riuniti attorno al tavolo e A. chiede:
«E tu che cosa hai fatto oggi?»
E tu fai: «Oh, ho portato fuori Zelda».
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