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Passeggiata in centro

  • Immagine del redattore: Federico Manicone
    Federico Manicone
  • 17 dic 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 19 dic 2024

Sulla carta uscire per una passeggiata in centro con il cane può sembrare rilassante.

Fai due passi, guardi due vetrine e intanto Zelda esce e si tiene impegnata con i ferma, i seduta e gli andiamo.

Tutto funziona molto bene quando sei a casa e immagini come andrà la passeggiata.

Il guaio è che anche gli altri possessori di cani pensano di fare la tua stessa passeggiata.


I cani fanno i cani. Il problema molto spesso sono i padroni.

Una povera signora piuttosto avanti con l'età è stata trascinata dal chihuahua asmatico per tutto il corso per venire ad annusare Zelda e tentare infine di azzannarla. Una ragazza ha preteso, sulla base di un lignaggio nobiliare che avrei dovuto intuire dall'espressione del suo bassotto, di passare esattamente nel punto in cui stavamo passando noi, facendo attorcigliare i guinzagli. Un tizio si è avvicinato con un segugio e si è infilato tra me e Zelda, mentre cercavo di tenerla seduta. E una volta lì mi ha fatto la domanda infallibile dell'esperto cinofilo: «Ma è maschio o femmina?».

Come se il genere del cane ne determinasse il comportamento sociale.

In quel caso la conversazione, invariabilmente, può andare solo in due modi: «Ah, allora no!» oppure «Ah, allora va bene.» Che chi l'ha detto che i cani dello stesso genere vadano tutti d'accordo? Cosa fanno, una alleanza mondiale dei cani maschi o delle cagne femmine? Posso assicurare di avere conosciuto cani a cui non andavano a genio tutti gli altri cani, eccetto uno che era pure di genere diverso.


«È maschio o femmina?», mi chiede infatti il tizio.

«È femmina.»

«Ah, meno male: il mio maschio. Allora vanno d'accordo.»

«No che non vanno d'accordo. Non vedi che sto cercando di tenerla ferma? Il tuo sarà pure maschio ma alla mia gli sta sui coglioni. Te ne vai, per favore?».


Più tardi, mentre cercavo di prendere un libro in alto sullo scaffale della libreria tenendo Zelda seduta al mio fianco, due genZ si sono avvicinati facendo gli ululati: «Che bella!», «Quanto ha?», «Come si chiama?»

«Si chiama Zelda.»

«Uh, come la principessa della saga.»

«No. Veramente come la moglie di Scott Fitzgerald!»

Vaga espressione di spaesamento sul loro viso.


Che fatica.

 
 
 

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