Montessori
- Federico Manicone
- 16 ott 2024
- Tempo di lettura: 2 min
La tizia con l'amstaf marrone e bianco che ho incontrato stamattina all'area cani sotto casa, ha un reticolo tatuato nero e rosso che le parte dal dito medio della mano sinistra e corre su per il braccio fino al collo.
Sarò pure pieno di pregiudizi ma, in genere, questi ragazzoni palestrati con i tatuaggi, l'amstaf o il pitbull, non mi ispirano mai molta fiducia. Insomma, non gli affiderei nemmeno il sacchetto dell'umido da buttare. Quando li incontro per strada, prima spostavo i bambini in modo da trovarmi io in mezzo tra il cane e loro, mentre ora faccio spostare Zelda che, incosciente, va a stuzzicarli per giocare. Di solito, come in questo caso, hanno quasi sempre neonati al seguito o bambini piccoli. E penso che, sì, insomma: avere uno di quei cani che gira per casa è un po' come avere un'arma automatica a puntamento autonomo. Non sai quando spara e non sai chi colpisce.
Una specie di moderno drone da guerra.
La ragazza ha anche una bellissima bambina in carrozzina.
Dice che fa la scuola Montessori.
Resto sorpreso.
Dice che in definitiva i principi di Maria Montessori sono validi ancora oggi e non è mai troppo presto per iniziare.
Permettere a ciascuno di essere com'è e fare cose alla sua portata e in sicurezza, conoscere attraverso l'osservazione e permettere lo sviluppo attraverso l'esplorazione, essere un genitore che non insegna attraverso le punizioni, ma che rafforza il comportamento desiderato, usare il corpo e sviluppare fiducia attraverso il corpo in movimento nell'ambiente, permettere all'individuo di scegliere il ritmo con cui lavorare per essere a proprio agio e abile nei nuovi compiti.
Non deve raccontarlo a me, le dico: i miei figli frequentano entrambi scuole Montessori.
Questa volta è lei a guardarmi sorpresa.
Parlava del cane.
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