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  • Immagine del redattore: Federico Manicone
    Federico Manicone
  • 2 feb
  • Tempo di lettura: 1 min

Di notte, in una piccola cuccia illuminata dalla luna, c’era una mamma labrador in attesa dei suoi cuccioli.

Ma una bella domenica mattina, quando si levò il sole, caldo e splendente, dalla cuccia - clack! - uscì una piccola labrador affamata…

Subito si mise alla ricerca di cibo.

Lunedì mangiò una pantofola ma non riuscì a saziarsi.

Martedì mangiò due scarpe ma non riuscì a saziarsi.

Mercoledì mangiò tre rotoli di carta igienica ma non riuscì a saziarsi.

Giovedì mangiò quattro guanti di lana ma non riuscì a saziarsi.

Venerdì mangiò cinque calzini ma non riuscì a saziarsi.

Sabato mangiò una cacca, un vaso di ceramica, una palla di gomma, una bottiglia di plastica, un fazzoletto di carta, una carcassa di uccello, una sedia, un tappeto, un ombrello e un echinocactus grusonii.

Alla sera aveva mal di pancia.

Il giorno dopo era di nuovo domenica. E la labrador si mise a mangiare il torsolo di un ananas.

Adesso non era più affamata, era proprio sazia e non si sentiva tanto bene.

Allora fu portata dal dottore, chiamato veterinario, e rimase là dentro per più di due ore. Poi, dopo che il suo padrone ebbe strisciata la carta di credito, si sentì subito meglio e…

… era diventata una labrador contenta.


(grazie a The Very Hungry Caterpillar di Eric Carle)

 
 
 

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