- 2 feb
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Di notte, in una piccola cuccia illuminata dalla luna, c’era una mamma labrador in attesa dei suoi cuccioli.
Ma una bella domenica mattina, quando si levò il sole, caldo e splendente, dalla cuccia - clack! - uscì una piccola labrador affamata…
Subito si mise alla ricerca di cibo.
Lunedì mangiò una pantofola ma non riuscì a saziarsi.
Martedì mangiò due scarpe ma non riuscì a saziarsi.
Mercoledì mangiò tre rotoli di carta igienica ma non riuscì a saziarsi.
Giovedì mangiò quattro guanti di lana ma non riuscì a saziarsi.
Venerdì mangiò cinque calzini ma non riuscì a saziarsi.
Sabato mangiò una cacca, un vaso di ceramica, una palla di gomma, una bottiglia di plastica, un fazzoletto di carta, una carcassa di uccello, una sedia, un tappeto, un ombrello e un echinocactus grusonii.
Alla sera aveva mal di pancia.
Il giorno dopo era di nuovo domenica. E la labrador si mise a mangiare il torsolo di un ananas.
Adesso non era più affamata, era proprio sazia e non si sentiva tanto bene.
Allora fu portata dal dottore, chiamato veterinario, e rimase là dentro per più di due ore. Poi, dopo che il suo padrone ebbe strisciata la carta di credito, si sentì subito meglio e…
… era diventata una labrador contenta.
(grazie a The Very Hungry Caterpillar di Eric Carle)